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Servizi

L’obiettivo della fisioterapia è quello di "accompagnare il paziente" sino al raggiungimento del massimo recupero funzionale possibile; durante la valutazione iniziale si imposta il "percorso" riabilitativo più adeguato composto da un mix di esercizi funzionali, terapie fisiche, manuali ed eventuali prestazioni mediche o diagnostiche aggiuntive.

TERAPIE FISICHE STRUMENTALI

Le terapie fisiche hanno come obiettivo quello di ridurre il dolore, il gonfiore e l'infiammazione spesso presenti in chi ha subito un trauma. Nel corso delle sedute il paziente viene sottoposto a un mix coordinato di terapie fisiche. La seduta prevede l'utilizzo contemporaneo di terapie diverse e complementari in base alle necessità del momento.

LASER

LASERTERAPIA

La parola laser deriva da un termine inglese “light amplification by stimulated emission of radiation “. E' in sostanza una sorgente di luce che si propaga con onde elettromagnetiche e che ha delle caratteristiche del tutto particolari: monocromaticità, coerenza, direzionalità, brillanza. La sostanza attiva può essere solida, liquida o gassosa:

  • Laser a cristalli solidi:rubino, Nd.YAG
  • Laser a gas: Argon, Azoto, Krypton, HeNe, CO2
  • Laser a liquidi
  • Laser chimici
  • Laser a semiconduttori: diodici GaAs, IR
La sorgente laser può emettere in modo continuo o ad impulsi: nel primo caso emette costantemente la stessa potenza, nel secondo genera impulsi molto brevi ma di potenza più elevata (laser a semiconduttori). Il laser a CO2 - IR è capace di produrre una notevole potenza di uscita, a causa dell'alta efficienza pari a circa il 30%, se comparata a meno allo 0,1% della maggior parte dei laser ad elio-neon. L'utilizzo dei nuovi diodi all'infrarosso, dotati di elevata potenza di emissione, consentono di trasmettere in profondità una densità di energia particolarmente elevata in tempi contenuti. Gli effetti del laser sono molteplici: effetto antinfiammatorio, antalgico, rigenerativo del tessuto connettivo, biostimolante sul microcircolo e sui vasi sanguigni.

Indicazioni: Postumi di contusione, distrazioni muscolari, distorsioni articolari, nevralgie, sindromi dolorose localizzate, condriti e condromalacie, epicondiliti, borsiti, tenosinoviti, tendinite, ulcerazioni cutanee, cheloidi. Controindicazioni: gravidanza, epilessia, neoplasie.

TENS

La TENS terapia è la tecnica di elettroterapia più utilizzata in fisioterapia, con finalità analgesico-antalgiche nella Terapia del Dolore, di estrema efficacia per il trattamento di molte patologie neuronali, osteo-articolari, dei legamenti e dei tendini.

La sigla TENS deriva dalle lettere iniziali delle parole inglesi "Transcutaneous Electric Nervous Stimulation" (stimolazione elettrica transcutanea nervosa), in quanto la tecnica è quella di applicare sulla cute per mezzo di placche elettroconduttive, dei particolari impulsi elettrici che eccitano solo le fibre nervose della sensibilità tattile situate proprio sotto la pelle. Gli impulsi nervosi così prodotti, attraverso i nervi sensoriali, risalgono verso il midollo spinale bloccando a questo livello "la porta di ingresso al dolore" (processo gate control).

La sensazione del dolore parte dai recettori nervosi presenti in ogni parte del nostro corpo. In presenza di uno stimolo questi generano un impulso elettrico che attraverso fibre nervose arriva al midollo spinale della colonna vertebrale che lo convoglia verso il cervello. Il cervello ricevendo questo stimolo lo interpreta e in base alle sue caratteristiche provoca un dolore nel punto dal quale è partito.

Stimolando le fibre nervose con impulsi TENS di frequenza appropriata si possono neutralizzare gli impulsi del dolore, i quali non giungendo al nostro cervello non verranno percepiti. Allo stesso tempo, questi impulsi TENS comandano al mesencefalo di produrre betaendorfine, cioè sostanze fisiologiche che hanno gli stessi effetti della morfina e in tal modo si completa l'azione analgesica con la totale scomparsa del dolore. Con le frequenze Tens più alte da 80Hz a 140Hz l’effetto è immediato, il dolore si attenua notevolmente nel tempo di circa 10 minuti di applicazione, ma questo effetto tende ad esaurirsi altrettanto rapidamente, dopo circa 2-3 ore.

Usando le frequenze Tens medie da 40Hz a 60Hz occorre un tempo maggiore circa 25-30 minuti per ottenere la riduzione del dolore, ma l'effetto analgesico si protrae per molte ore.

Utilizzando le frequenze Tens più basse da 2Hz a 20Hz occorre un tempo ancora maggiore di circa 60-80 minuti per attenuare il dolore, ma l'effetto analgesico sarà più duraturo, perchè con queste frequenze viene stimolato l'organismo a liberare neuropeptidi (ENDORFINE: sostanze morfino-simile). Tali sostanze inibiscono la trasmissione del dolore a livello del midollo spinale anche per alcuni giorni.

Da queste premesse, nasce l'esigenza di un uso corretto della TENS e la tecnica più usata nella fisioterapia moderna è quella di fare circa 15-20 giorni di terapia con applicazioni giornaliere di almeno 50-60 minuti, utilizzando le frequenze più idonee in base al tipo di dolore: acuto, saltuario o cronico.

Dolore acuto:
Per combattere i dolori acuti conviene iniziare con la frequenza più alta (140 Hz) per circa 10 minuti, poi una volta attenuato il dolore, proseguire per tempi di 10 minuti ciascuno in successione con le frequenze più basse (80Hz, 60Hz, 40Hz, 20Hz e 2Hz) che prolungheranno l'effetto analgesico anche per 1-2 giorni.

Dolore saltuario:
Nel caso di dolori saltuari è preferibile iniziare con le frequenze di 80 Hz o 60 Hz per poi passare alle più basse fino ai 2 Hz anche quando il dolore è scomparso; in questo modo il dolore non ricomparirà per circa una settimana o più.

Dolore cronico:
In presenza di dolori cronici potrebbero servire più applicazioni prima di ottenere la scomparsa del dolore. Si consiglia quindi di iniziare con applicazioni lunghe di almeno 1 o 2 ore usando le frequenze medie e basse in successione per tempi di almeno 20-30 minuti ciascuno per i primi 2-3 giorni di terapia, per poi proseguire con applicazioni di almeno 1 ora al giorno.

Una volta scomparso il dolore, proseguire con applicazioni giornaliere o saltuarie (secondo le esigenze) di mantenimento di circa 30/40 minuti usando le frequenze più basse di 20 Hz e 2 Hz.

Occorre, infine, sottolineare che l'uso della TENS nella Terapia del Dolore non presenta particolari controindicazioni o effetti collaterali, se non in pazienti nelle seguenti situazioni:

  • portatori di Stimolatori Cardiaci e donne in stato di Gravidanza o Allattamento;
  • particolare attenzione deve essere posta in soggetti con turbe del Ritmo Cardiaco;
  • gli elettrodi non vanno mai posizionati sopra Ferite, Piaghe o in zone di Alterata Sensibilità;
è sconsigliato l’utilizzo della stimolazione sulla parte anteriore del Collo, per la possibilità di evocare uno spasmo laringeo.

IPERTERMIA

Distribuire il calore in profondità in modo localizzato, controllato e selettivo.
L’innovazione deriva dall’abbinamento di due sorgenti capaci di operare simultaneamente nell’area di trattamento: una endogena, per riscaldare in profondità, ed una esogena, per controllare la temperatura degli strati più superficiali.
Il dosaggio termico così ottenuto consente l’incremento del volume ematico locale, degli scambi metabolici, dell’apporto di ossigeno, dell’effetto miorilassante, della elasticità del tessuto connettivale, dell’estensibilità del collagene.  Delta svolge un ruolo fondamentale nel programma riabilitativo, nella riduzione della flogosi e della sintomatologia dolorosa, nel trattamento delle degenerazioni croniche, nel recupero dell’estensione del movimento.

TECAR

TECARTERAPIA

La tecarterapia (Trasferimento Energetico Capacitivo Resistivo) è una tecnica che stimola energia dall'interno dei tessuti biologici, attivando i naturali processi riparativi e antiinfiammatori. La sua ragione d'essere sta nella constatazione che ogni patologia osteo-articolare e dei tessuti molli rallenta e modifica i processi biologici che stanno alla base della riparazione del danno subito. L'idea di trasferire energia ai tessuti infortunati è comune a molte terapie (radar e Marconi terapia usano l'effetto antenna, la magnetoterapia l'effetto Faraday-Neumann ecc.), ma tutte somministrano energia proveniente dall'esterno. La tecarterapia richiama invece le cariche elettriche da tutto il corpo, sfruttando il modello del condensatore, cioè due conduttori affacciati e separati da un isolante. Se si collegano i due conduttori a un generatore elettrico di differenza di potenziale, sui conduttori si accumuleranno cariche elettriche che si opporranno alla corrente fino a ridurla a zero quando il sistema è carico. Nella tecarterapia un elettrodo è collegato a un generatore (con frequenza di 0,5 Mhz) mentre il secondo conduttore è rappresentato dal tessuto biologico. Nella zona sotto terapia si avrà un flusso di cariche con attivazione metabolica ed un effetto termico endogeno (cioè che nasce dall'interno). Se l'elettrodo mobile non è elettricamente isolato, la concentrazione di cariche avviene nei tessuti a più alta resistenza (osso e articolazioni) che fungono quindi da isolanti (contatti resistivi). Gli effetti della tecarterapia sono un aumento dell'attività metabolica con aumento della produzione di ATP (e quindi una velocizzazione della riparazione), un aumento della circolazione ematica e del drenaggio linfatico a causa della vasodilatazione da calore (e quindi una migliore ossigenazione dei tessuti e il riassorbimento degli edemi). Il vantaggio della tecarterapia rispetto ad altre terapie energetiche è che, poiché l'energia proviene dall'interno, è possibile interessare anche strati profondi, non trattabili con trasferimenti esterni di energia per i danni alla cute causati dalle energie emesse.

FLOWAVE 2

Il sistema Flowave 2 ® determina una stimolazione simultanea e coordinata sulla matrice , con attività di risposta multifattoriale: aumento dell’attività della pompa Na + / K+ ; incremento del ciclo dell’ATP e conseguente produzione di energia; aumento della richiesta di glucosio; aumento del flusso ematico (wash out).
La riattivazione del metabolismo, l’aumento dell’ossigenazione e del nutrimento cellulare unitamente ad una efficace azione drenante e rigenerante consentono una vera e propria mesoattivazione conseguente alla capacità di Flowave2 di riattivare la matrice interstiziale ripristinando i rapporti fisiologici normalmente esistenti tra cellule e tessuti.

A livello muscolare.
Flowave 2 agisce sulle fibrocellule muscolari. La loro sollecitazione induce contrazioni isometriche a bassa intensità e ad alta frequenza che garantiscono un miglioramento della tonicità e del trofismo tissutale con effetto immediato e prolungato nel tempo. Il risultato è una azione di srotolamento delle fasce muscolari con ottimizzazione della risposta funzionale e dell’equilibrio biomeccanico.

A livello circolatorio.
Favorendo un’adeguata perfusione sanguigna, permette una migliore ossigenazione. L’azione di“stimolazione della tunica muscolare dei vasi sanguigni facilita l’effetto propulsivo e aumenta il flusso periferico del sangue e della linfa. L’accelerazione della corrente di flusso veno- linfatico permette la mobilizzazione degli ioni e la rivascolarizzazione dell’area trattata, con restituzione dell’equilibrio idrico.
• L’azione permette la ricaptazione delle tossine cataboliche e delle proteine, presenti nell’interstizio, che, investite dalle armoniche (vasto range di frequenze originate dal sistema d’onda), iniziano ad oscillare fino a distaccarsi dai siti extracellulari e a migrare lungo le vie linfatiche, per raggiungere il circolo generale ed essere allontanate per via renale (questo fenomeno è verificabile con la linfoscintigrafia). Le onde sonore compiono un’azione depurativa sul sistema linfatico attivandole vie linfatiche silenti collaterali incrementando le attività di difesa immunitaria.

Come funziona.
Flowave 2 è un sistema combinato dotato di patch elettronici che sviluppano un’ azione indipendente che implementa l’azione del transponder preparando la terapia combinata con il Transponder.
I patch sono in grado di attivare le stazioni linfonodali promuovendone lo svuotamento, preparandole così alla ricezione ed allo smaltimento delle molecole proteiche mobilizzate e veicolate dal Transponder. Il sistema d’onda generato da Flowave 2 è basato su una specifica onda elettrica portante, bifasica compensata a basso voltaggio, la cui ampiezza è sempre compresa tra +12V e –12V, quindi i tessuti sottoposti al trattamento non subiscono alcuna depolarizzazione permanente.

Osservazioni e risultati.
Diminuzione e risoluzione dell’edema con rimozione della componente proteica interstiziale riassorbimento di ematomi; stimolazione della comparsa del tessuto di granulazione nelle ulcere trofiche; prevenzione della formazione di strutture ipertrofiche e cicatrici cheloidee.
Riduzione volumetrica dell’arto edematoso.
Aumento del tono e definizione delle fasce muscolari Attivazione del microcircolo con migliore ossigenazione e nutrimento cellulare. Incremento della temperatura en dogena dell’area trattata

I dati sperimentali a medio/lungo termine evidenziano che le zone trattate non ritornano nella situazione patologica primitiva e ciò a conferma che il beneficio non è legato solo all’attivazione di una particolare via biochimica quanto invece al ripristino di una funzionalità globale a livello tissutale.

Controindicazioni.
È sconsigliato l’uso di Flowave2 in soggetti portatori di:
Pace-maker, Gravi disturbi cardiaci, Gravidanza, Placche stabili-protesi metalliche, Infezioni sistemiche, Epilessia, Cartilagine in accrescimento, Tromboflebiti in atto, Ipertensione grave, Metastasi.

LIBRA

La tavola basculante elettronica a raggio variabile per la prevenzione, la riabilitazione e l’allenamento propriocettivo.

Leggera, con un’ampia superficie antiscivolo e tre diversi raggi di basculamento. Modalità di feedback e di test programmabili. Videogiochi per motivare il lavoro.

Libra è utile sia per ottenere migliori prestazioni sportive, sia per recuperare e controllare al meglio i gesti che eseguiamo quotidianamente, per cui è necessaria una forza adeguata e la coordinazione dei movimenti. Di sicuro vantaggio per la prevenzione del rischio derivante da ricadute.

La versione Libra Plus consente di effettuare il Test di Stabilità Globale per la valutazione del rischio di cadute e il Test di Stabilità di Caviglia per la valutazione del rischio di distorsione.

MAGNETOTERAPIA

La MAGNETOTERAPIA e' una terapia che utilizza apparecchiature generanti campi magnetici a bassa intensita' e a frequenza variabile.
La storia della magnetoterapia è antichissima, risalendo agli egiziani, i greci e gli ebrei.
A livello fisiologico, la magnetoterapia, agisce a livello cellulare ripolarizzando le cellule e riequilibrando la permeabilita' della membrana cellulare, ovvero le funzioni della cellula vengono migliorate in seguito ad un uso maggiorato di ossigeno. Se si avvicinano, infatti, parti del corpo alla sfera d'azione del campo, le linee magnetiche di influsso attraversano completamente le parti in profondità.
In questo modo, gli ioni all'interno della cellula vengono influenzati dalle onde e l'alterazione del flusso potenziale elettrico della cellula che ne consegue migliora la trasformazione dell'ossigeno. In seguito all'aumentata vascolarizzazione, l'attività biologica aumenta.

Questo effetto può essere usato per molteplici scopi terapeutici accelerando/favorendo il decorso di:

  1. disturbi di tipo infiammatorio (artrosi, neuriti, flebiti, tendiniti, stiramenti muscolari);
  2. disturbi articolari;
  3. traumi recenti;
  4. riparazione delle ulcere di ogni tipo:(traumatiche, da decubito, da ustioni, refrattarie ad altre terapie, venose (specialmente di tipo cronico), e in tutte quelle patologie in cui e' richiesto una maggiore micro vascolarizzazione e/o rigenerazione tessutale, quali l'attecchimento di autotrapianti, il consolidamento di calli ossei ecc.;
  5. malattie reumatiche, nelle patologie articolari quali artrosi, tendiniti, epicondiliti, borsiti, periartriti, cervicalgie, lombalgie, mialgie, trattamento delle fratture sia durante che dopo gessatura. ( infatti, la magnetoterapia influenza direttamente il tessuto osseo, accelerando la formazione del callo osseo, mobilitando gli ioni di Ca++ )

Un campo di applicazione in cui si hanno risultati eclatanti e' quello della osteoporosi, patologia che in molti casi degenera, con dolori e con eventuali microfratture a livello dei corpi delle vertebre, in aumento della cifosi e nella riduzione di altezza dei corpi delle vertebre con compressione a livello della colonna vertebrale e difficolta' nella deambulazione.

Non vi sono specifici rimedi per curare l'osteoporosi, ma il trattamento con campo magnetico ripetuto più volte all'anno, riduce il processo degenerativo.
La patologia dell'anziano trova nella magnetoterapia una valido aiuto rigenerando le cellule e dando una sensazione di acquisita energia

Occorre, infine, sottolineare che la magnetoterapia NON presenta particolari controindicazioni o effetti collaterali, se non in pazienti nelle seguenti situazioni ( le controindicazioni alla magnetoterapia sono poche e spesso solo temute per motivi precauzionali ): portatori di stimolatori cardiaci e pacemaker o eventuali apparecchi acustici non vanno portati durante il trattamento, protesi metalliche o mioelettriche, insufficienza coronarica, disturbi ematologici (anemia, leucosi, ecc..) stati emorragici di qualsiasi tipo in quanto dopo il trattamento potrebbe aumentare il flusso sanguigno, gravi malattie dei vasi, disturbi psichici, epilessia, malattie infettive con stati febbrili di origine batterica o virale, micosi, iperfunzione tiroidea, sindromi endocrine, tubercolosi, insufficenza epatica, insufficenza renale, diabete giovanile, gravidanza, spirale in rame).

ELETTROSTIMOLAZIONE

L’elettrostimolazione è una tecnica per mezzo della quale è possibile provocare il passaggio di correnti attraverso il corpo, normalmente destinate ad eccitare e far contrarre un muscolo (elettrostimolazione eccitomotoria) influenzandone la capacità di allenamento. L’elettrostimolazione produce la contrazione della muscolatura impiegando piccoli impulsi elettrici con le stesse modalità che avvengono naturalmente nel corpo umano.
L’elettrostimolatore invia gli impulsi al muscolo attraverso elettrodi autoadesivi che vengono posizionati sul corpo in corrispondenza della zona da stimolare.
I programmi di stimolazione regolano e controllano automaticamente l’alternanza di fasi di contrazione e di riposo che producono il potenziamento muscolare.

IONOFORESI

La ionoforesi è la tecnica più utilizzata per introdurre un farmaco nel nostro organismo attraverso l'epidermide.
Abbiamo così due vantaggi: si evita l'assunzione di farmaci per via orale che provocano sicuramente effetti collaterali più o meno marcati al fegato, allo stomaco, ai reni, ecc. ; il secondo vantaggio è quello di andare a curare direttamente le zone interessate dalle affezioni dolorose (algie) derivanti da artrite, artrosi, sciatica, lombalgia, cervicale, strappi muscolari, ecc. e patologie come la cellulite e l'adiposi ottenendo un rapido risultato.
Per introdurre un farmaco attraverso l'epidermide viene utilizzato un apparecchio di ionoforesi che genera una tensione continua a corrente costante corredato da due piastre in gomma una positiva e l'altra negativa, ricoperte da una superficie assorbente.
Sfruttando il principio fisico della migrazione ionica da un polo all'altro, vengono preparati dei farmaci polarizzati contenenti ioni positivi, ioni negativi o entrambi (bipolari), che verranno applicati sulle piastre secondo la loro polarità.
Ad esempio se il farmaco è di polarità positiva andrà applicato sulla piastra positiva, se di polarità negativa sulla piastra negativa, se bipolare indifferentemente.
Applicando la piastra con il farmaco sulla zona da trattare e l'altra piastra ad una distanza di circa 20/30 cm, la corrente veicolerà il farmaco all'interno dei tessuti perché gli ioni del farmaco stesso migreranno verso il polo opposto fino al completo assorbimento del medicinale.

La ionoforesi è un sistema terapeutico che ha la capacità di far assorbire alla regione ammalata una quantità di farmaco fino a 100 volte maggiore di quella assorbita per via gastrica.

ULTRASUONI

ULTRASUONOTERAPIA

L'ultrasuonoterapia sfrutta gli effetti provocati nell'organismo da un'emissione di onde sonore superiori alla soglia uditiva. Si tratta di una metodica che utilizza le vibrazioni meccaniche (ultrasuoni), erogate in emissione continua o pulsata. La penetrazione nei tessuti delle onde ultrasonore esplica un'azione di tipo meccanico che si traduce in un micromassaggio, ed un'azione di tipo termico derivato dalla trasformazione in calore dell'energia vibrante.
Meccanismo d'azione
L'interazione degli ultrasuoni con i tessuti biologici produce effetti meccanici, termici, chimici e di cavitazione.br/> Effetti meccanici: l'azione meccanica è dovuta al movimento delle particelle dei tessuti attraversati dall'onda ultrasonica. Le variazioni di pressione che si producono sono in grado di determinare un movimento dei liquidi in presenza di disomogeneità (microcorrenti), un aumento della permeabilità di membrana e la scompaginazione dei tessuti per separazione delle fibre collagene.
Effetti termici: l'effetto termico dipende essenzialmente da due fattori, le caratteristiche di assorbimento del mezzo biologico e la riflessione dell'energia a livello dell'interfaccia tra tessuti a differente impedenza acustica.
Il passaggio di ultrasuoni attraverso i tessuti "molli" crea un innalzamento della temperatura per

  • assorbimento legato alla viscosità,
  • assorbimento dovuto alla conduttività termica e  
  • assorbimento chimico.

Effetti chimici: l'azione chimica con modificazione del ph locale e della permeabilità delle membrane cellulari e con cambiamenti molecolari, è provocata dalle notevoli forze di accelerazione alle quali le particelle dei tessuti sono sottoposte al passaggio dell'onda ultrasonica.
Effetti di cavitazione: la cavitazione è la capacità degli ultrasuoni di generare in un fluido, piccole bolle del gas disciolto con successivo aumento di dimensione e possibile esplosione delle bolle. Da un punto di vista istologico il risultato è una distruzione cellulare irregolare con emorragia di tipo petecchiale. A dosaggi terapeutici le reazioni distruttive come l'emolisi, si verificherebbero solo in presenza di bassa concentrazione cellulare e bassa viscosità del mezzo, come a livello dell'occhio e dell'utero.
Indicazioni terapeutiche:
Come analgesici nelle forme artrosiche e periartritiche (induce il riassorbimento delle calcificazioni tendinee e periarticolari).
Nei ritardi di consolidazione dell'osso e nelle pseudoartrosi, nonché nelle osteoradionecrosi. In queste patologie, infatti, solo se utilizzato sotto stretto controllo medico, può essere una terapia decisiva per favorire, nelle prime fasi di cura, il riassorbimento delle componenti necrotiche delle lesioni, passaggio necessario perché possa iniziare il processo di guarigione.Per stimolare la guarigione dei tessuti interessati da processo infiammatorio non infettivo.Per facilitare il riassorbimento dell'ematoma.Per facilitare la risoluzione dello spasmo muscolare, nelle contratture, per favorire la cicatrizzazione e per ridurre o eliminare calcificazioni periarticolari. Per incrementare la plasticità del tessuto connettivo, anche nella cellulite.
Avvertenze: è controindicato l'uso in corso di malattie che comportano turbe della percezione termica, su lesioni neoplastiche, in corso di malattie infettive contagiose, in età infanto-giovanile. Va evitata in corrispondenza dei globi oculari e dell'utero gravidico per la possibilità che anche a dosaggi terapeutici si verifichi l'effetto della cavitazione. Particolare cautela va posta nel trattamento di aree in prossimità del midollo spinale dopo intervento di laminectomia. La terapia va evitata in corrispondenza dell'aia cardiaca per la possibilità di interferenza sulla conduzione e contrazione cardiaca; è da evitare l'esposizione diretta dei pace-maker o di altre apparecchiature elettromeccaniche impiantate per i possibili danni permanenti che ne possono derivare.

PARAFFINOTERAPIA

Si basa sull'impiego terapeutico della paraffina riscaldata. La tecnica si attua attraverso una termoterapia per conduzione.
La paraffina è una sostanza ed aspetto cereo che si presenta solida nel suo aspetto naturale e fonde alla temperatura di circa 53 'C.

Effetti biologici Gli effetti biologici della paraffinoterapia sono termici e meccanici.

  1. Effetto termico
    Applicata sulla cute, la paraffina riscaldata cede calore per conduzione e svolge un'efficace azione termica. Lo strato di paraffina a contatto con la cute si raffredda e solidifica; tale strato isola la superficie cutanea dagli strati ancora caldi e permette di tollerare la paraffina a temperatura elevata.
  2. Effetto meccanico
    La paraffina, raffreddandosi e solidificandosi, si restringe sul segmento corporeo ed esercita un'azione costrittiva sulle parti molli. Si realizza in tal modo un'efficace azione antiedemigena.
  3. Sudorazione profusa
    Una grande quantità di sudore si raccoglie fra lo strato di paraffina e la cute.
Effetti terapeutici
La paraffinoterapia svolge una spiccata azione antiedemigena; inoltre, attraverso il riscaldamento dei tessuti, determina l'attenuazione della sintomatologia dolorosa e il rilasciamento dei muscoli contratti.

Indicazioni
La paraffinoterapia viene utilizzata per il trattamento di:

  1. Edemi post-traumatici recenti
    Rappresentano l'indicazione principale. Viene sfruttato l'effetto meccanico di costrizione e spremitura dei tessuti.
  2. Postumi di traumi
  3. Artrosi
    L'indicazione elettiva della paraffinoterapia sono i processi di artrosi, sottostanti a vene varicose. In tali casi, l'impacco di paraffina, grazie al suo effetto costrittivo sui tessuti molli, evita l'aggravamento dell'ipotonia venosa che si instaurerebbe in seguito all'azione del calore.
  4. Artrite reumatoide
    La paraffinoterapia può essere impiegata nell'artrite reurnatoide in fase subacuta o cronica

MINIVECTOR / MINITALUS

Strumento ad elastici per la rieducazione attiva precoce. Ideale per una corretta progressione dei carichi. La semplicità e la variabilità operativa insieme con la tollerabilità e la sicurezza del Lavoro Elastico Controllato in catena cinetica chiusa fanno del Minivector lo strumento ideale per le primissime fasi della riabilitazione.
Minivector permette di avviare il lavoro di riabilitazione già dal letto di degenza o dalla sedia a rotelle: anticipare i tempi e accorciare il periodo di inattività aiuta a prevenire significative perdite funzionali accelerando il processo di guarigione.

ONDA D'URTO

La terapia ad onde d’urto viene utilizzata da tempo, in maniera efficace per il trattamento di patologie dell’apparato muscolo – scheletrico e più recentemente trovano applicazione anche in altri campi della medicina quali la dermatologia, l’odontoiatria e la chirurgia plastica ricostruttiva.

Ciò che caratterizza i trattamenti eseguiti con CTU S WAVE è la quasi totale assenza di dolore. In questa condizione i tessuti acquisiscono maggiore recettività e capacità d’impiego dell’energia erogata.

La terapia, diventa più efficace ed i tempi di recupero notevolmente più brevi.

Innovativa terapia ad onde d’urto

Grazie ad una nuova tecnica, che vede l’utilizzo di campi magnetici pulsati ad alta intensità e bassa frequenza. CTU S WAVE è in grado di sfruttare la repulsione diamagentica per generare onde d’urto che è possibile modulare sia nello spazio che nel tempo rendendo il trattamento molto più efficace in quasi totale assenza di dolore. È l’unico dispositivo per la generazione di onde d’urto che consente all’operatore di controllare e modificare la forma dell’impulso nello spazio e nel tempo. Tutti i normali dispositivi ad onde d’urto, non permettono di interagire con la geometria dell’onda generata, la quale si caratterizza per essere particolarmente rigida e dolorosa per il paziente che si sottopone alla terapia. L’utilizzo della tecnologia con campi magnetici ad alta intensità, consente invece di poter gestire a seconda delle necessità terapeutiche e del tratto anatomico, le caratteristiche geometriche spaziali temporali di ciascun impulso emesso.

Benefici

- Quasi assenza di dolore durante il trattamento; - Maggiore potenza di impulso; - Ulteriori meccanismi di azione oltre all’effetto di disgregazione. L’ulteriore caratteristica del dispositivo CTU S WAVE è la capacità di sfruttare l’intensità del campo magnetico all\’interno dei tessuti con effetti di biostimolazione endogena ed isotropa. Questo processo rende più rapida la riabilitazione dei tessuti superficiali e profondi, con una specifica azione anche sulla matrice intra ed extra cellulare.

Applicazioni terapeutiche

- ortopedia - medicina estetica - fisioterapia - medicina dello sport - odontoiatria nel supporto agli impianti complessi - dermatologia e chirurgia plastica - ricostruttiva nelle ulcere cutanee - veterinaria nelle patologie dell’apparato muscolo scheletrico

TERAPIE MANUALI

Le terapie manuali sono un sistema di prevenzione, valutazione e trattamento dei disturbi che interessano l'apparato neuro-muscolo-scheletrico. Unitamente alle terapie fisiche sono importanti strumenti nel controllo del dolore e del gonfiore; sono inoltre finalizzate al recupero dell'elasticità e dell'estensibilità dei tessuti muscolari e capsulari contribuendo in maniera spesso determinante al ripristino di una completa articolarità. in relazione al paziente, alla sintomatologia e alla valutazione effettuata si scelgono le tecniche più appropriate al caso:

R.P.G. (Souchard)

RIEDUCAZIONE POSTURALE GLOBALE (Souchard)

Philippe E. Souchard è stato tra i collaboratori della Mézières. Il metodo si basa su una netta distinzione di comportamento e ruolo dei muscoli della statica e dei muscoli della dinamica.
Il principio cardine di questa metodica è che i muscoli statici più rimangono accorciati (in contrazione) più diventano retratti e resistenti all'allungamento, mentre quelli dinamici possono essere accorciati (contratti) liberamente e favoriti in questo da un pre-allungamento. Ne deriva che i muscoli statici andranno esercitati in modo eccentrico e quelli dinamici in modo concentrico.
Superando i limiti della Mézières, Souchard pone inoltre particolare attenzione al muscolo respiratorio diaframma e al nervo fibroso che lo sostiene, nonché alla sua azione sinergica con i muscoli posteriori e psoas.
Souchard ritiene che le catene muscolari della statica siano prevalentemente due: anteriore e posteriore. Alla catena anteriore appartengono:

  • La catena inspiratoria, formata dai seguenti muscoli: diaframma con il suo tendine sospensore, scaleni, gran dentato, sternocleidomastoidei e piccolo pettorale.
  • La catena antero-interna della spalla, formata dai seguenti muscoli: sottoscapolare, parte superiore del gran pettorale e coracobrachiale.
  • La catena anteriore del braccio, formata dai seguenti muscoli: bicipite, brachiale anteriore, coracobrachiale, lungo-supinatore, grande e piccolo palmare e dai muscoli dell'eminenza thenar ed ipothenar.
  • La catena antero-interna dell'anca, formata dai muscoli ileo-psoas e dai muscoli adduttori pubici.

Alla catena posteriore appartengono i seguenti muscoli: spinali, grande gluteo, pelvi-trocanteri, ischio-tibiali, popliteo, soleo e plantari. La scelta delle posture da utilizzare è fatta dopo una valutazione del paziente effettuata in modo differenziato sui muscoli dinamici e statici, dopo una anamnesi ed un esame delle retrazioni.
Souchard individua prevalentemente due quadri morfologici. Il primo è detto anteriore; i pazienti appartenenti a questa categoria possono presentare prevalentemente queste caratteristiche: testa in avanti, ipercifosi, iperlordosi, bacino antiverso, femore intraruotato e ginocchia valghe, calcagno e piede valgo. Il secondo è detto posteriore; i pazienti appartenenti a questa categoria possono presentare prevalentemente queste caratteristiche: nuca corta, dorso piatto, ipolordosi lombare e diaframmatica, bacino retroverso, ginocchia vare, calcagno e piede varoDa questi due principali quadri morfologici derivano i due principali gruppi di posture:
  • Posture con l'apertura dell'angolo coxo-femorale per agire sulla catena anteriore.
  • Posture con chiusura dell'angolo coxo-femorale per agire sulla catena posteriore.

Entrambe possono essere effettuate a braccia aperte o chiuse.
Nella tabella che segue, in corrispondenza delle principali posture sono indicate le catene muscolari interessate e i nomi delle posture. Se si vuole prediligere un buon lavoro sulla respirazione, le posture andranno effettuate in scarico (posizione supina); se invece si richiede una maggiore partecipazione attiva del paziente e un lavoro soprattutto sul tono muscolare, andranno effettuate in carico (posizione in piedi) o semiscarico (posizione seduta).

MCKENZIE

Il metodo McKenzie si basa sul mantenimento di posture corrette e sull'esecuzione di esercizi specifici per trattare alcune forme di mal di schiena e di collo, quelle cioé causate da cause di tipo meccanico (legate al mantenimento di posture scorrette o all'esecuzione di movimenti dannosi). Questi esercizi sono messi a punto per ciascun paziente, poiché i problemi meccanici alla base del mal di schiena variano da individuo ad individuo. Il medico o fisioterapista esperto nel Metodo McKenzie potrà prescriverli dopo una accurata valutazione del caso clinico. Gli esercizi, se eseguiti correttamente, a poco a poco comportano una sensibile diminuzione del dolore che, dalle zone più "periferiche" del corpo, si porterà più vicino alla colonna vertebrale, fino a scomparire gradualmente. Il trattamento secondo McKenzie punta sul coinvolgimento e la partecipazione attiva del paziente per la risoluzione dell'episodio in corso, e soprattutto gli fornisce i mezzi per prevenire le ricadute.

Un programma di auto-trattamento tarato sullo stile di vita del paziente, metterà il paziente in grado di controllare e trattare il proprio dolore con sicurezza ed efficacia. L'auto-trattamento rende possibile una veloce indipendenza del paziente dalla figura del medico/terapista, riducendo il numero delle visite cliniche e quindi abbattendo i costi di gestione.
L’approccio McKenzie è un metodo unico, che ha tre inscindibili obiettivi: un sistema di classificazione meccanica (diagnosi meccanica), un sistema di trattamento meccanico (terapia meccanica) ed un concetto di profilassi meccanica. Ciascuna di tali aree è definibile e misurabile ed in ciascuna di tali aree è stata svolta od è in via di sviluppo la ricerca clinica. Finalità del trattamento sono l'eliminazione del dolore, il ripristino della piena funzione e la prevenzione delle recidive. Gli obiettivi clinici dell'approccio McKenzie possono essere conseguiti con successo dalla gran parte della popolazione con problemi vertebrali non specifici.

STRETCHING GLOBALE ATTIVO

Lo Stretching Globale Attivo trae i suoi principi dalla Rieducazione Posturale Globale metodo del “Campo Chiuso”, creata da Philippe E. Souchard. Lui stesso ha codificato 9 “autoposture”, come vengono in gergo definite, di allungamento muscolare da mettere a disposizione del mondo dello sport.
A differenza della R.P.G., usata a scopo terapeutico, lo S.G.A. va applicato sugli atleti nel corso della preparazione atletica, in sostituzione dello stretching classico, al fine di migliorare la performance. L’obiettivo dello S.G.A. vuole essere quello di realizzare una modificazione dell’assetto posturale attraverso una correzione bio-meccanica dei segmenti, attraverso una rimodulazione della distribuzione del tono, ma soprattutto attraverso un “rinnovamento” della registrazione dei comportamenti posturali, passando da un livello corticale ad uno sotto-corticale.
Tra le strutture coinvolte nel controllo della postura, un ruolo determinante è svolto dall’apparato muscolare, su cui deve essere operata una diferrenziazione sia sotto l’aspetto anatomico che funzionale. Partendo da questa distinzione si evidenziano due tipi fondamentali di fibre muscolari: fibre ricche di enzimi ossidativi caratterizzate da una ricca vascolarizzazione di piccolo diametro, con un metabolismo aerobico ma ad alto rendimento energetico o a scossa lenta, e fibre ricche di enzimi fosforilativi caratterizzate da una scarsa vascolarizzazione con un metabolismo anaerobico (utilizzano infatti le riserve di glicogeno) o a scossa rapida .Se ne può ragionevolmente dedurre che il muscolo lento è ben predisposto a funzioni per il mantenimento della postura, che richiedono perciò l’esplicarsi di forza per un lungo tempo.
Lo strumento che abbiamo a disposizione per tentare di indurre delle modificazioni sul sistema posturale è quello di agire dall’esterno con l’ esercizio sulle componenti neuro-sensoriali, mio-articolari, connettivali, etc. responsabili del controllo della postura ed in particolare su quei muscoli che hanno una responsabilità specifica nel mantenimento dell’equilibrio posturale .
Tutti i muscoli antigravitari (statici o posturali) sono inevitabilmente sottoposti ad una attività contrattile continua e prolungata, questa iperattività esita ineluttabilmente verso una ipertonia ed una retrazione con conseguente riduzione della loro elasticità, una delle componenti più importanti del muscolo. Entra in gioco in questo momento la differenziazione sulla condotta preventiva da seguire durante la preparazione atletica, privilegiando per essi il lavoro in allungamento, eliminando i compensi che sono conseguenza biomeccanica di ogni tentativo di correzione posturale. Si interviene in questo modo su due componenti responsabili delle modificazioni della postura : l’ipertono e la componente retrattile .

Al fine di influenzare l’ ipertono si sfrutta il riflesso miotatico inverso che prende origine da impulsi che si generano dai recettori propiocettivi (organi tendinei di Golgi). Grazie alla trazione meccanica esercitata durante l’ allungamento si ottiene inoltre un effetto sulla componente retrattile muscolo-tendinea . L’ allungamento muscolare induce profonde modificazioni biomolecolari che interessano la struttura mio-connettivale, infatti a livello della giunzione miotendinea è possibile descrivere un fenomeno di miofibrillogenesi che si realizza a livello di formazioni miotubiche; in particolare si realizza un incremento dei filamenti sottili sarcomerici dell’ actinina. In più a livello della placca motrice si possono descrivere effetti trofici che interessano sia la regione pre che quella postsinaptica dove è possibile dimostrare un incremento dei recettori per l’ acetilcolina.
A differenzia dalle comuni tecniche di stretching, nello S.G.A., riprendendo i concetti sulle catene muscolari che sono propri di Souchard, vengono interessati tutti i segmenti del corpo nello stesso momento attraverso la realizzazione di particolari “posture” che evolvono in maniera dolce e progressiva, con l’interessamento pure della respirazione, verso una posizione finale di massimo allungamento.
Un’altra caratteristica necessaria è costituita dalla partecipazione “attiva” dei distretti muscolari interessati dallo stiramento, attraverso la contrazione isotonica eccentrica. Ogni postura ha la specificità di allungare una o più catene muscolari in modo simmetrico, allontanando fra loro i due capi della stessa catena; questo allo scopo di evitare i compensi che renderebbero inefficaci e/o dannose le sollecitazioni in allungamento.
La validità dello S.G.A. è dimostrata oltre che dai risultati ottenuti con la R.P.G., soprattutto dalle esperienze realizzate da Souchard con gruppi di atleti trattati; sembra, infatti che dopo un periodo di pratica con lo S.G.A. siano stati registrati sensibili miglioramenti delle loro prestazioni atletiche, come verificato pure dalle equipes di alcune federazioni europee ed extraeuropee (federazione francese di boxe, federazione brasiliana di pallavolo,...).
In definitiva lo S.G.A. può essere considerato uno strumento di revisione e di riequilibrio delle tensioni muscolari e dei compensi prodotti dall’ allenamento e dalla pratica sportiva, nonchè un ottimo strumento per dare forza attiva ai gruppi muscolari specifici del gesto sportivo.
Tutto ciò si tramuta in una efficace azione di prevenzione nei confronti delle patologie da sovraccarico, ma anche, visto che agisce sulla eliminazione dei compensi e quindi verso l’economicità del sistema, in un aumento della performance sportiva.

MASSOTERAPIA

La massoterapia è ad oggi uno dei più diffusi trattamenti fisioterapici, praticato sulla superficie corporea del soggetto – che rimane solitamente passivo – allo scopo di migliorarne la circolazione sanguigna ed il trofismo dei tessuti, di favorire l’eliminazione delle scorie metaboliche e dei depositi di grasso corporeo, di restituire mobilità agli arti compromessa da lesioni muscolari.
Il massaggio, praticato sui tessuti molli (pelle, sottocutaneo, legamenti, tendini e muscoli) cerca di restituire, tramite un’azione rilassante o tonificante a seconda delle situazioni terapeutiche, la normale mobilità e lunghezza delle strutture lese, compromessa non solo da affezioni traumatiche (quali ad esempio a contratture), ma anche da affezioni reumatiche, circolatorie o nervose.
La massoterapia trova infatti impiego in reumatologia, dermatologia e in traumatologia grazie alla facilitazione del riassorbimento di ematomi ed edemi, condotta tramite un’azione di miglioramento del microcircolo locale, associata con un migliore ritorno venoso, la stimolazione dei recettori nervosi e la facilitazione della rimozione dei cataboliti.
La pratica massoterapica può essere effettuata con manovre esclusivamente manuali o mediante specifici attrezzi o apparecchi, secondo tre principali tipologie: la seduta massoterapica sportiva, curativa o rilassante.

LINFODRENAGGIO

LINFODRENAGGIO MANUALE

Il Linfodrenaggio Manuale (L.M.) è una tecnica naturale, utilizzata sia in estetica che in terapia, ideata dal medico danese Emil Vodder.
Si tratta di una tecnica particolare in quanto il fisioterapista  esegue dei tocchi molto leggeri che hanno lo scopo di “incanalare” la linfa nella direzione di deflusso.
Il L.M., secondo Vodder, ha notevoli effetti. I più significativi sono:

  1. EFFETTO ANTIEDEMATOSO – il L.M. elimina le stasi di liquidi interstiziali, cause di gonfiori;
  2. EFFETTO CICATRIZZANTE – il L.M. favorisce il processo di cicatrizzazione in quanto la linfa fresca è ricca di cellule ricostruttrici;
  3. EFFETTO IMMUNIZZANTE – il L.M. favorisce l’aumento delle difese immunitarie attraverso il potere fagocitario della linfa;
  4. EFFETTO RIGENERANTE – il L.M. contribuisce a nutrire meglio i tessuti ed è in grado di restituire l’equilibrio idrico alle zone disidratate;
  5. EFFETTO RILASSANTE – il L.M., essendo molto lento e ritmato, produce un effetto rilassante sia sui singoli muscoli, sia sull’organismo in generale;
  6. EFFETTO STIMOLANTE A LIVELLO DELLA MICROCIRCOLAZIONE – la tecnica del L.M. stimola il passaggio della linfa nei vasi linfatici ed è in grado di aumentare la capacità contrattile di ogni vaso.
In terapia il L.M., secondo Vodder, può dare lusinghieri risultati nelle seguenti patologie: ematomi,distorsioni con ematoma, lussazioni delle articolazioni, fratture, cicatrici e ferite causate anche da interventi chirurgici, artriti, reumatismi, cervicalgie, lombalgie, stitichezza, emicranie, cefalee, varici, ecc.

KINESITERAPIA

La parola “Kinesi” deriva dal greco antico e significa movimento.

La kinesiterapia comprende un insieme di tecniche specifiche volte al recupero del movimento articolare, della forza e della massa muscolare, della sensibilità al movimento (propriocettività), in sintesi della capacità di svolgere un’azione volontaria in maniera fluida e funzionale.

La kinesiterapia è particolarmente utile per tutte le situazioni in cui si ha una riduzione delle fisiologiche capacità di movimento, come in seguito ad eventi traumatici (fratture, lussazioni, rottura di legamenti, lesioni del sistema nervoso centrale e periferico…), dopo interventi chirurgici agli arti (artroprotesi di anca/ginocchio, ricostruzione di legamenti, acromioplastica…), in presenza di patologia reumatiche (artrosi, artriti, sindrome del tunnel carpale, sindrome della cuffia dei rotatori…), in presenza di patologie del sistema nervoso centrale e periferico o dopo un qualsiasi stato di malattia che abbia comportato immobilità.

VISITE SPECIALISTICHE

Presso lo studio è possibile prenotare visite specialistiche Ortopediche, Gnatologiche, Reumatologiche, Fisiatriche, Nutrizionali.

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